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'Noi siamo gli Anpas, e vinciamo assieme'
Dal 16 al 21 giugno si è svolto il campo scuola "Anch'io sono la Protezione Civile". Ci siamo fatti raccontare come è andata direttamente dalla voce di Matteo Riva, il capo campo di questa nona edizione organizzata da Anpas Liguria.
Rimasi abbastanza incredulo quando Patrik mi chiese se avessi voluto occuparmi del campo scuola “Anch’io sono la Protezione Civile” per l’edizione di quest’anno. Certo, nella mia carriera da volontario ho partecipato ad alcuni campi di protezione civile Anpas, ma occuparmi di un campo scuola, beh, sarebbe stata tutta un’altra faccenda.
Sono una persona a cui piacciono le sfide e affrontare nuove esperienze mi stimola molto: decisi quindi di buttarmi in questa avventura con il benestare di Lorenzo e di tutta la Direzione e, dopo quasi trent’anni, ritornare in un campo scuola. Ma da responsabile.
Dopo tutta la noiosissima parte dell’organizzazione pre-campo, che vi risparmio, ma di cui ho potuto effettivamente capirne la mole di lavoro che comporta grazie ai due “veterani” dei campi scuola Anpas, Nerio e Simona, arrivammo alla fatidica data del 16 giugno, giorno della partenza, destinazione Torriglia. Il caldo si faceva sentire, le piogge intense dei giorni precedenti sembravano ormai un ricordo: non potevamo chiedere di meglio che una bella giornata estiva per accogliere i ragazzi nel prato della Colonia Piaggio.
I primi momenti, quando li vidi arrivare accompagnati dai genitori carichi – entrambi – di aspettative, magari anche con una leggera apprensione sia dei figli che avrebbero dovuto staccarsi da mamma e papà, alcuni per la prima volta nella loro vita, sia dei genitori che ci stavano affidando i propri figli, furono tante le domande e i dubbi che mi assalirono: “Avremo pensato a tutto?” “I ragazzi staranno bene?” “Sapremo affrontare nel giusto modo situazioni di criticità che dovessero verificarsi?”. Poi mi guardai intorno. Vidi i miei compagni di avventura muoversi come componenti di un ingranaggio perfettamente oliato e funzionante, incrociai i loro sguardi e i miei dubbi si dissolsero in un istante: “Si Matteo, andrà tutto bene” mi risposi.
Quello che mi colpì subito fu come tutti quanti dimostrarono immediatamente di riuscire ad integrarsi: 29 ragazzi provenienti da tutta la provincia, nell’arco di pochissime ore sembrò quasi si conoscessero da sempre. Uno dei capi squadra, al momento della preparazione delle camerate, mi avvicinò e, sapendo che il giorno dopo sarebbe dovuto arrivare l’ultimo componente della squadra Delta, mi propose di spostare un letto perché “se non dormirà vicino a noi, può fare più fatica ad integrarsi”.
Una volta sistemati, i primi approcci con le lezioni ci impegnarono nella teoria: imparare cos’è la Protezione Civile, sapere chi ne fa parte e saperlo al più presto, perché già il martedì sera impersonammo tutti i componenti del Sistema, in un gioco di ruolo che ci impegnò nell’evacuazione e nell’alloggio di un paese colpito dal terremoto. Con le poche conoscenze di quei primi istanti, i ruoli furono però già ben capiti e definiti: da quel momento la Colonna Piaggio elesse il suo Sindaco, e restò tale per tutta la settimana, anche se il gioco terminò quella sera stessa.
A mano che i giorni trascorrevano, incontrammo chi la Protezione Civile la vive tutti i giorni: la Sala Operativa della Regione Liguria, le unità cinofile della Guardia di Finanza e del Nucleo Cinofili Anpas Il Branco, con i quali imparammo come interagire con i nostri amici a quattro zampe che, oltre a saperci fare giocare e strapparci sempre un sorriso, sono fondamentali nelle attività quotidiane delle forze dell’ordine e in quelle straordinarie di Protezione Civile. Incontrammo i Carabinieri forestali di Santo Stefano d’Aveto che ci insegnarono come comportarci in montagna e quali sono i rischi legati alle precipitazione nevose. Matteo del 112, che di Protezione Civile può insegnare a chiunque e che a suo tempo aveva insegnato pure a me, ci spiegò come funziona il sistema di emergenza e come attivare velocemente i soccorsi.
Non ce ne vogliano gli altri ospiti, ma ogni volta che i Vigili del Fuoco vengono a farci visita si vede emergere la gioia negli occhi e nel comportamento dei ragazzi. Loro si sono sempre impegnati, nel corso delle edizioni, a far vivere ai nostri partecipanti al campo scuola un vero e proprio pomeriggio da vigile del fuoco, simulando con le loro corde, i moschettoni, le carrucole, i loro “strani” strumenti dei veri e propri soccorsi in emergenza, con un modo di fare sempre cordiale e coinvolgente. E così fu anche questa volta, con tanto di gara tra le squadre per chi fosse riuscito a montare tutta l’attrezzatura dimostrando di essere stato attento alle spiegazioni.
Un altro momento fu per me molto toccante, vale a dire quando vennero a farci visita i ragazzi della Sezione Volanti della Questura di Genova. A parte illustrarci il loro equipaggiamento e averci tenuti ben svegli a suon di sirena, ci raccontarono come intervennero quando a Genova crollò il ponte Morandi. Sì, proprio loro due erano di turno al momento del crollo: di fronte a una cosa così grande non c’è niente che ti possa preparare emotivamente ad affrontarla ma, nonostante tutto, in un attimo si sono ritrovati a gestire la situazione e salvare delle vite. Questi due ragazzi li conobbi appena usciti dalla scuola di polizia, un po’ timidi e spaesati, e ora li vedo poliziotti finiti e reduci di un avanzamento di grado per meriti straordinari. Ricordo che li guardai mentre giocavano e scherzavano con i ragazzi e pensai che persone così sarei orgoglioso di poterle vedere con una divisa arancione di una pubblica assistenza Anpas.
Tra gli ospiti non voglio certo dimenticare il nostro Guido che, oltre a occuparsi di informare le persone sul “rischio” che corrono a seguito delle calamità e su come comportarsi, è la voce di Anpas Liguria all’interno del COC del Comune di Genova. Guido ha tanta generosità nel cuore, quanto è la sua stazza (che non è cosa da poco).
Di sicuro c’è che in mezzo a tante attività e tanti ospiti il tempo passò davvero senza che me ne accorgessi. Ci ritrovammo a un tratto all’ultima sera dove festeggiamenti, giochi e musica la fecero da protagonisti. Almeno così facemmo credere ai ragazzi. Perché per quell’ultima notte i programmi, a loro insaputa, furono ben altri.
Notte fonda. Tutti a dormire. Ma ancora un’emergenza dovette essere affrontata dai nostri ragazzi. “Qualcuno” rubò infatti la bandiera Anpas che per tutta la settimana aveva sventolato al centro del campo. Furono ritrovate delle mappe, ma pareva non avessero significato a un primo sguardo. Fino a che uno dei ragazzi ebbe un’illuminazione: “dobbiamo unirle! Dobbiamo unire le mappe perché noi siamo gli Anpas e vinciamo assieme”. E fu così che la bandiera fu issata di nuovo sul suo pennone.
Notte fonda. Tutti a dormire. Ma ancora un’emergenza dovette essere affrontata dai nostri ragazzi. “Qualcuno” rubò infatti la bandiera Anpas che per tutta la settimana aveva sventolato al centro del campo. Furono ritrovate delle mappe, ma pareva non avessero significato a un primo sguardo. Fino a che uno dei ragazzi ebbe un’illuminazione: “dobbiamo unirle! Dobbiamo unire le mappe perché noi siamo gli Anpas e vinciamo assieme”. E fu così che la bandiera fu issata di nuovo sul suo pennone.
Mentre la vidi salire, mi resi conto che questa piccola avventura stava già finendo, tra chi “da grande farò il vigile del fuoco”, chi fu convinto di “avere trascorso la settimana più lunga della sua vita” e chi lasciò il campo contentissimo perché “abbiamo mangiato benissimo”. A proposito di mangiare: grazie a Silvia e a tutto il suo staff di cucina che, oltre ad accoglierci sempre con il sorriso e a regalarci spesso qualche “coccola”, ci regalò alla fine della settimana anche qualche chilo in più.
Grazie anche a Chiara, Rodolfo, Gabriele, Giorgio, Stefano, Anna, Antonella, Mahamed, Maria per avermi supportato, ma anche sopportato, durante tutto il campo scuola.
Grazie anche a Chiara, Rodolfo, Gabriele, Giorgio, Stefano, Anna, Antonella, Mahamed, Maria per avermi supportato, ma anche sopportato, durante tutto il campo scuola.
Sai cosa penso Leo? Hai ragione tu, “siamo gli Anpas e vinciamo assieme”. Come qui a Torriglia: abbiamo vinto tutti, insieme.