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Anch'io sono la protezione civile 2013
LA LEGGENDA DEL FISCHIETTO SUL MONTE
Il suono del fischietto rompe il silenzio mattutino, la casa si anima di un vociare sommesso e le sue stanze e corridoi si riempiono di barcollanti ragazzi che lottando tra il sonno e la veglia cercano di ricomporsi prima che l'inflessibile fischietto ricordi loro ancora una volta, senza troppi complimenti, che il tempo è denaro e le attività molte!
Non sono esente da questo richiamo e so che prima di loro dovrò essere pronto, dovrò aver indossato il mio cappello degno dei migliori film western e, non visto, dovrò uscire dalla mia stanza come non avessi mai dormito, vagando anche io per gli alloggi incitando i ragazzi a sbrigarsi a prepararsi… nascondendo lo sguardo traditore di un sonno violato sotto gli occhiali a specchio… d'altra parte lo "sceriffo" non può mica mostrare segni di debolezza!
Arrivo fiero al piano terra dove il "sergente" Vittorio mi attende fuori con l'inseparabile fischietto tra le labbra, pronto a radunare gli uomini per le attività e a ripristinare l'ordine qualora il vociare eccessivo o atteggiamenti discoli prendessero il sopravvento…
Poco distante, il "capo veterano" Nerio sorride compiaciuto del giorno nascente e già traspare dal suo sguardo che nella sua testa mille idee e pensieri si affollano… anche oggi sarà una giornata memorabile…
Intanto in cucina il "cuoco" Michele, che tiene in mano la vita di tutti (si, proprio la vita, intesa come "girovita"!), già indaffarato non lesina sforzi per garantire a questa banda di ragazzi affamati (e a noi!) colazioni, pranzi e cene degne di un campo che si rispetti e non possa essere dimenticato…!
E come dimenticare la nostra "burocrate" Simona, e Luca, Silvia, Anna, Antonella, Dirce, Valentina, Giorgio e i nostri "leader" Dino e Renzo che sono stati spesso con noi e tutti quelli che ogni mattina prima che il gallo cantasse erano già in piedi per far funzionare tutto alla perfezione.
Ed eccoci tutti insieme, nel refettorio della struttura che per otto giorni è stata la nostra casa, a dividere brioche e nutella nell'attesa di iniziare le attività che addentreranno i ragazzi nello scoprire la macchina perfetta italiana, l'orgoglio del nostro Paese e l'invidia di molti altri… la tricolore Protezione Civile!
Già perché nel nostro campo, nominato appunto "Anch'io sono la Protezione Civile", l'obiettivo è stato quello di insegnare ai nostri ragazzi, al nostro futuro, l'importanza di mantenere viva una parte così fondamentale del nostro Stato, coinvolgendoli nelle varie attività che lo compongono, non senza spiegazioni teoriche, ma soprattutto grazie ad una dominante parte pratica, tra il gioco e la serietà, dove i giovani hanno potuto confrontarsi con realtà sicuramente a loro sconosciute.
Se foste passati a trovarci non avreste dovuto stupirvi quindi nel vedere giovanissimi a bordo di un'ambulanza maneggiare materiale traumatologico o vestiti di tutto punto pronti ad affrontare un incendio boschivo, o ancora imbragati a scendere in sicurezza da una costa o calati da un albero, o ancora trovarli a discutere di rianimazione cardio-polmonare o di metodi sicuri di approccio ad un elicottero in stazionamento…
Abbiamo veramente discusso di tante cose e sono sicuro che il risultato c'è stato, almeno emotivo, perché, anche se non potranno prestare subito servizio a causa della giovane età, siamo almeno riusciti a smuovere qualcosa dentro di loro e a sensibilizzarli avvicinandoli ad una parte stupenda dell'Italia, di cui ognuno di noi dovrebbe andare fiero, il volontariato attivo, ricordando e insegnando loro che tutti noi facciamo parte della stupenda orchestra che è la Protezione Civile, e che solo se suoniamo tutti insieme la musica che produrremo sarà sinfonia e non rumore…
Voglio concludere con un grazie sentito a tutti voi ragazzi più o meno grandi che avete partecipato, perché col vostro sorriso, il vostro interesse e persino con le vostre occasionali "monellerie" ci avete insegnato che il futuro esiste e che il nostro è davvero un bel paese, basta solo credere in lui e costruirlo attivamente, proprio attraverso di voi e il volontariato… Grazie!
"lo sceriffo senza sorriso"
Matteo Lagomarsino
Non sono esente da questo richiamo e so che prima di loro dovrò essere pronto, dovrò aver indossato il mio cappello degno dei migliori film western e, non visto, dovrò uscire dalla mia stanza come non avessi mai dormito, vagando anche io per gli alloggi incitando i ragazzi a sbrigarsi a prepararsi… nascondendo lo sguardo traditore di un sonno violato sotto gli occhiali a specchio… d'altra parte lo "sceriffo" non può mica mostrare segni di debolezza!
Arrivo fiero al piano terra dove il "sergente" Vittorio mi attende fuori con l'inseparabile fischietto tra le labbra, pronto a radunare gli uomini per le attività e a ripristinare l'ordine qualora il vociare eccessivo o atteggiamenti discoli prendessero il sopravvento…
Poco distante, il "capo veterano" Nerio sorride compiaciuto del giorno nascente e già traspare dal suo sguardo che nella sua testa mille idee e pensieri si affollano… anche oggi sarà una giornata memorabile…
Intanto in cucina il "cuoco" Michele, che tiene in mano la vita di tutti (si, proprio la vita, intesa come "girovita"!), già indaffarato non lesina sforzi per garantire a questa banda di ragazzi affamati (e a noi!) colazioni, pranzi e cene degne di un campo che si rispetti e non possa essere dimenticato…!
E come dimenticare la nostra "burocrate" Simona, e Luca, Silvia, Anna, Antonella, Dirce, Valentina, Giorgio e i nostri "leader" Dino e Renzo che sono stati spesso con noi e tutti quelli che ogni mattina prima che il gallo cantasse erano già in piedi per far funzionare tutto alla perfezione.
Ed eccoci tutti insieme, nel refettorio della struttura che per otto giorni è stata la nostra casa, a dividere brioche e nutella nell'attesa di iniziare le attività che addentreranno i ragazzi nello scoprire la macchina perfetta italiana, l'orgoglio del nostro Paese e l'invidia di molti altri… la tricolore Protezione Civile!
Già perché nel nostro campo, nominato appunto "Anch'io sono la Protezione Civile", l'obiettivo è stato quello di insegnare ai nostri ragazzi, al nostro futuro, l'importanza di mantenere viva una parte così fondamentale del nostro Stato, coinvolgendoli nelle varie attività che lo compongono, non senza spiegazioni teoriche, ma soprattutto grazie ad una dominante parte pratica, tra il gioco e la serietà, dove i giovani hanno potuto confrontarsi con realtà sicuramente a loro sconosciute.
Se foste passati a trovarci non avreste dovuto stupirvi quindi nel vedere giovanissimi a bordo di un'ambulanza maneggiare materiale traumatologico o vestiti di tutto punto pronti ad affrontare un incendio boschivo, o ancora imbragati a scendere in sicurezza da una costa o calati da un albero, o ancora trovarli a discutere di rianimazione cardio-polmonare o di metodi sicuri di approccio ad un elicottero in stazionamento…
Abbiamo veramente discusso di tante cose e sono sicuro che il risultato c'è stato, almeno emotivo, perché, anche se non potranno prestare subito servizio a causa della giovane età, siamo almeno riusciti a smuovere qualcosa dentro di loro e a sensibilizzarli avvicinandoli ad una parte stupenda dell'Italia, di cui ognuno di noi dovrebbe andare fiero, il volontariato attivo, ricordando e insegnando loro che tutti noi facciamo parte della stupenda orchestra che è la Protezione Civile, e che solo se suoniamo tutti insieme la musica che produrremo sarà sinfonia e non rumore…
Voglio concludere con un grazie sentito a tutti voi ragazzi più o meno grandi che avete partecipato, perché col vostro sorriso, il vostro interesse e persino con le vostre occasionali "monellerie" ci avete insegnato che il futuro esiste e che il nostro è davvero un bel paese, basta solo credere in lui e costruirlo attivamente, proprio attraverso di voi e il volontariato… Grazie!
"lo sceriffo senza sorriso"
Matteo Lagomarsino